QUANDO IL DONO AIUTA LA RICERCA / Parte 1
"ECCO PERCHE' ALCUNI TESSUTI VENGONO DESTINATI ALLA RICERCA"
LO SPIEGA LA DOTTORESSA ILARIA ZORZI, MEDICO RESPONSABILE DELLA MEDICINA DELLE DONAZIONI DI FONDAZIONE BANCA DEGLI OCCHI DEL VENETO
(da Un certo sguardo, il magazine di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, n. 2/ Luglio 2021)
Dottoressa Zorzi, perchè alcuni tessuti non possono essere trapiantati?
Ogni donazione di cornea viene proposta ed effettuata con lo scopo di destinare il tessuto al trapianto, come sancito dalla Legge 91/99. Quando le cornee arrivano in Fondazione Banca degli Occhi dopo il prelievo, devono essere sottoposte ad una serie di rigidi controlli. Alcuni tessuti possono presentare caratteristiche biologiche che li rendono non adatti al trapianto: come in ogni parte del nostro corpo, anche le cellule della cornea subiscono un processo di invecchiamento, e noi dobbiamo controllare la loro idoneità biologica. Lo scopo del trapianto è innestare nel paziente un tessuto che possa garantirgli la miglior funzionalità e per il maggior tempo possibile, per questo le cornee che non presentano queste caratteristiche non possono essere trapiantate. E’ anche possibile che, verificando la storia clinica del donatore, si scoprano delle patologie che potrebbero essere trasmesse al ricevente, o condizioni a rischio per la presenza di tali patologie. Anche in questo caso non possiamo destinare il tessuto al trapianto. Esiste tuttavia un possibile utilizzo alternativo, rappresentato dalla ricerca sulle malattie oculari.
Per utilizzare i tessuti a scopo di ricerca occorre fornire un consenso?
Sì, occorre fornire un consenso esplicito. Nel modulo di assenso alla donazione adottato da Regione Veneto e dalla regione Friuli Venezia Giulia, per esempio, è presentata esplicitamente l’opzione di utilizzo per ricerca nel caso i tessuti non fossero idonei al trapianto.
Quali principi regolano la destinazione dei tessuti oculari alla ricerca?
L’utilizzo di questi tessuti deve essere sempre etico, quindi condotto in modo da salvaguardare sia la riservatezza del donatore e dei suoi famigliari, che la dignità dei tessuti stessi, che devono essere manipolati in modo professionale e rispettoso. I tessuti per ricerca possono essere conservati in banca per un massimo di cinque anni, anche se nel nostro caso i tempi sono sempre molto più ristretti e i tessuti vengono utilizzati nell’arco di pochi mesi. Se durante gli studi emerge qualche elemento che può essere importante per la salute dei familiari del donatore, ne viene sempre data comunicazione alle famiglie. Un’ultima considerazione riguarda infine il consenso che, contrariamente a quello dato per il trapianto, può essere revocato anche dopo la donazione.
Quale significato ha per Fondazione Banca degli Occhi l’impiego dei tessuti per ricerca?
Ce lo diciamo spesso, qui in Fondazione: se un tessuto trapiantato è in grado di aiutare una persona, un tessuto utilizzato per ricerca può aiutarne migliaia. Capita a volte ai medici e agli infermieri che propongono la donazione alle famiglie di ricevere questa richiesta: “Se non potranno essere trapiantate, le cornee potranno essere usate per ricerca?”. La cosa più importante, per tante famiglie che incontriamo, è che nessun dono venga sprecato.