UN CERTO SGUARDO sulla cultura della donazione e del trapianto di cornea
E' uscito l'ultimo numero del nostro periodico sociale Un certo sguardo, strumento che ci permette di tenervi aggiornati sulle attività e i progressi di Fondazione Banca degli Occhi e di condividere soprattutto esperienze di dono e testimonianze di chi ha ricevuto il trapianto. Inoltre, qui trovate i nuovi progetti e le iniziative attive sul fronte della ricerca e del sostegno ai nostri progetti.
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UN CERTO SGUARDO: DAL DONO ALLA VISTA, CON LE VOSTRE PAROLE
DAL DONO ALLA VISTA, CON LE VOSTRE PAROLE. In memoria di mia sorella Isabella.
(Foto sopra: "L'arte del mondo" di Ng Yuin Fong, Concorso fotografico "L'emozione di vedere")
Stefania e Isabella sono due sorelle. Isabella è una formatrice, il suo lavoro era dare aiuto a ragazzi con disabilità intellettive, Stefania invece è una flautista, musicista appassionata proprio come il padre, insegnante di musica e non vedente. Pur senza usare lo sguardo, il papà sapeva “vedere”. Ce lo racconta Stefania nella testimonianza che segue, nel ricordo della sorella che dopo una lunga malattia se ne è andata, non prima di un ultimo luminoso gesto, quello della donazione di cornee.
«Stendermi aull'erba e guardare il cielo, parlando con te che non potevi vedere...»
Da bambina mi piaceva stendermi sull'erba e guardare il cielo; quando si sta stesi si vedono meglio le nuvole, si apprezzano i giri delle rondini, si può guardare con calma, con attenzione. Di che colore sono i pensieri di chi osserva il cielo? Sono del colore della speranza, e hanno il profumo dell'erba morbida sotto le dita.
Mi ricordo quell'azzurro e quell'odore, un po' umido ma così buono. Tentavo di descriverlo ma le parole non erano mai abbastanza intense. Allora ne parlavo con te, papà, e tu che non potevi vederlo mi descrivevi il cielo e il volto di tua mamma, che mi dicevi di ricordare. Un papà cieco è un papà importante, che capisce come stai senza guardarti in viso, solo sentendo come parli e come ti muovi in fretta per prepararti per andare a scuola. Un papà che capiva ogni respiro, che mi svegliava la mattina carezzandomi una mano. Se dovessi dare un corpo ai miei desideri, mi piacerebbe tanto che una parte di lui e di te, Isabella, potesse ridare una possibilità di vedere a qualcuno, anche se non saprò mai a chi. Solo questo pensiero sarà una consolazione: qualcuno potrà stendersi sull'erba e guardare il cielo.
Stefania Soave