Giuseppe Di Falco, Presidente
Fondazione Banca degli Occhi opera all’interno del Sistema Regionale Trapianti della Regione del Veneto, perseguendo una missione ambiziosa: far sì che la donazione di cornee sia una scelta libera, consapevole e in grado di dare conforto; migliorare la qualità della vita operando a favore del recupero della vista e assistendo chi teme di perderla; migliorare il trapianto attraverso una ricerca eticamente responsabile. Le attività che ne derivano, riassunte in questo report 2021, ci portano a confrontarci con il mondo socio-sanitario, nel quale la pubblica amministrazione, secondo un principio detto di sussidiarietà, svolge la sua funzione nel territorio delegando compiti specifici a organi strumentali di diversa categoria giuridica, nel nostro caso una fondazione onlus.
Gli indicatori che proponiamo in questo documento, quindi, riguardano l’ambito sociale (la donazione, il coinvolgimento dei cittadini nel sostegno delle attività), sanitario (i tessuti per trapianto, l’assistenza clinica) e quello scientifico e, considerati nel loro insieme realizzano una sorta di bilancio sociale dell’ente che, anche in un anno pieno di chiaroscuri come quello appena concluso, ci sembra positivo. Pur nella criticità provocata dalla pandemia, infatti, le relazioni con le famiglie e i coordinamenti ospedalieri hanno consentito un aumento nelle donazioni di tessuti oculari, rispetto all’anno precedente, che si è tradotto in un recupero anche nelle attività di trapianto, in Italia e nella nostra regione.
La ricerca ci ha aiutato a comprendere e governare in sicurezza nel corso della pandemia, e ci fa guardare con ottimismo ad un futuro in cui metteremo a disposizione terapie chirurgiche sempre più sofisticate e sicure.
In questi tempi, in cui la pandemia ha prodotto anche vistose lacerazioni sociali, sembra incoraggiante sottolineare due fenomeni: sempre più cittadini ci contattano e ci sostengono, anche attraverso forme per noi nuove, come i lasciti testamentari, che testimoniano fiducia e condivisione della nostra missione. Siamo certi che il riordino del terzo settore, con i conseguenti effetti istituzionali, ci permetterà di svolgere i compiti che ci sono stati affidati in modo ancora più trasparente e coerente, in armonia con gli orientamenti regionali e nazionali. Concludo con un sentito ringraziamento ai membri del CDA, alla Direzione ed a tutto il Personale che hanno portato avanti, ognuno
nel proprio ruolo, la missione di Fondazione con passione, impegno e professionalità.
“La tensione verso la donazione è una forza radicata nel nostro tessuto sociale e professionale in modi che non immaginavamo, una forza che una pandemia, con tutte le difficoltà che ha portato con sè, ha sicuramente messo in luce.
Se il 2020 è stato l’anno della resistenza, anno in cui la rete e gli operatori hanno fatto il possibile e l’impossibile per resistere alla situazione, per continuare a garantire la possibilità di donare alle famiglie che non si sono mai tirate indietro, il 2021 è stato l’anno della resilienza. Anno in cui la rete ha saputo adattarsi alle continue sollecitazioni portate dalle successive nuove ondate pandemiche,
anno in cui nonostante tutto, non solo si è saputo garantire a tutti la possibilità di donare, ma si è addirittura fatto molto di più, riportando i numeri a livelli paragonabili all’epoca pre-pandemica.”
Ilaria Zorzi, responsabile medicina delle donazioni
“ Uno dei principali obbiettivi che ci proponiamo come organizzazione è far sì che i tessuti donati vengano impiegati in sala operatoria rispettando tempi ottimali di utilizzo. Tutti i comparti della nostra organizzazione sono votati a collaborare strettamente per riuscire a raggiungere questo traguardo. L'atto chirurgico rappresenta infatti la compiuta realizzazione dellamissione di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto: far sì che la libera scelta della donazione dia conforto a chi dona e a chi riceve."
Carlo Griffoni, Direttore di Gestione
Nel grafico sottostante sono presenti due linee orizzontali: una blu che descrive l’andamento dei ricoveri per SARS-CoV-2, una azzurra che traccia il numero di trapianti di tessuti oculari eseguiti nelle strutture sanitarie nazionali in un arco di tempo cha va da gennaio 2020 a dicembre 2021. Sono inoltre disegnate tre linee verticali che identificano la collocazione temporale delle prime tre ondate pandemiche. Come è possibile osservare al picco di ricoveri della prima ondata (aprile 2020) ha corrisposto una diminuzione speculare dei trapianti che sono calati fino a sfiorare quasi lo zero. In quel frangente l'emergere improvviso della crisi pandemica aveva infatti determinato il blocco di tutte le attività chirurgiche non dettate da criteri di urgenza clinica, in un contesto di grave sovraccarico degli ospedali e dei reparti di rianimazione in particolare.
“Pur continuando ad operare in uno stato di emergenza sanitaria, abbiamo ripreso la normale attività, non senza le difficoltà legate all’imprevedibilità del contesto in cui operiamo (dal numero di tessuti disponibili, alla programmazione degli interventi). Solo quando tutto sarà finito ci potremo voltare indietro e capire davvero cosa sia stata la pandemia da SARSCov-2, per il momento possiamo affermare di avere assimilato una certa attitudine a risolvere velocemente i problemi gestionali e organizzativi posti da un contesto sanitario molto più fluido rispetto al passato."
Davide Camposampiero, Responsabile del Laboratorio
Il personale del laboratorio garantisce la conservazione e la processazione delle cornee ricevute durante tutti i giorni dell’anno, avendo ben chiaro che lo scopo finale delle attività è valorizzare al massimo ogni donazione di tessuto.La giornata inizia con l’accettazione dei nuovi tessuti (mediamente una ventina, tra cornee e bulbi oculari) e con la registrazione dei relativi dati nel gestionale delle attività della banca. Al termine del briefing sulla pianificazione delle attività e l’aggiornamento sulle novità rilevanti, vengono avviate le fasi di selezione, controllo e lavorazione dei tessuti, che si alternano nell’arco della giornata, fino ad arrivare alla spedizione dei tessuti nel primo pomeriggio verso i centri di trapianto di tutta Italia e, talvolta, europei ed extraeuropei. Anche se siamo fisicamente isolati dall’ambiente esterno per motivi di sicurezza microbiologica, riusciamo ogni anno a raggiungere migliaia di pazienti, attraverso il filo conduttore rappresentato dalla soddisfazione di fornire ai centri di trapianto tessuti selezionati secondo elevati criteri di sicurezza e qualità biologica.
Novità sulla sicurezza microbiologica nel trapianto di cornea
La cornea è il tessuto “di confine” del nostro organismo che delimita la parte esterna dell’occhio e per questo non è sterile, né si può sterilizzare, perché un processo di questo tipo danneggerebbe le cellule che la compongono.
Per evitare l’insorgenza di infezioni oculari che teoricamente potrebbero essere veicolate dai tessuti trapiantati, sono fondamentali i controlli microbiologici durante la conservazione dei tessuti. I controlli vengono effettuati mediante la semina di un’aliquota del terreno di conservazione di ciascuna cornea in sistemi che rilevano la crescita di batteri o funghi eventualmente presenti.
Le cornee in cui si evidenzia la crescita di un microrganismo non possono essere destinate al trapianto.
Nel nostro laboratorio è stato messo a punto un protocollo operativo che affianca quelli esistenti e consente la rilevazione immediata di eventuali microrganismi contaminanti mediante una colorazione specifica e la successiva osservazione con il microscopio ottico.
A tale scopo il laboratorio si è dotato della strumentazione dedicata (apparecchiatura per la colorazione di Gram e microscopio ottico ad alto ingrandimento) che consente di accertare la presenza dei contaminanti, con il vantaggio di rilevare la presenza di microrganismi in anticipo rispetto ai sistemi di indagine colturale attualmente in uso.
Il nuovo approccio metodologico, che rappresenta un ulteriore passo per il miglioramento della sicurezza dei tessuti forniti ai centri di trapianto, è stato oggetto di un articolo pubblicato in una rivista scientifica.
"Nel 2020, un numero record di pubblicazioni in riviste scientifiche sottoposte a peer-review (29, incluso un capitolo su libro) ha dimostrato ancora di più come le sfide della ricerca si possano vincere solamente facendo squadra e lavorando in network nazionali ed internazionali."
Stefano Ferrari, Responsabile dell'équipe di Ricerca
“Lo sviluppo di questa area verte sui temi della diagnosi nel campo delle malattie genetiche rare, delle gravi infezioni oculari e dei percorsi terapeutici.
La diagnosi con tecniche di genetica molecolare, se precoce, consente interventi terapeutici più efficaci, che tuttavia, essendo innovativi, devono coinvolgere anche il sistema sanitario, con il quale occorre formulare dei programmi interdisciplinari di assistenza che attualmente non esistono, o devono essere potenziati.”
Diego Ponzin, Direttore Sanitario
"La pandemia ha reso ancora più centrale il ruolo della relazione con i tanti amici e sostenitori della nostra organizzazione.
Una relazione che anche quest’anno è stata coltivata e nutrita grazie ad una comunicazione chiara e comprensibile capace di raccontare e rendicontare le tante attività e progetti di Fondazione.
Una comunicazione capace di mantenere e rafforzare il profondo legame di fiducia con la popolazione, in particolare con i famigliari dei donatori, con i pazienti in attesa di trapianto, con i medici ed infermieri impegnati in prima linea nel campo della donazione e del trapianto.
Una comunicazione capace di creare legami duraturi con il territorio con la consapevolezza che la forza del dono è quello che ci unisce."
Enrico Vidale, Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi
Il 2021 ha visto un forte rilancio delle attività di comunicazione e raccolta fondi e un rafforzamento delle relazioni sul territorio. Si è cercato soprattutto di coinvolgere la comunità di Fondazione in tante iniziative e progetti capaci di rafforzare il legame di fiducia con l’organizzazione. Proprio per questo si è tornati ad incontrare la popolazione, ad organizzare eventi di ringraziamento con i famigliari dei donatori e riunioni di sensibilizzazione sui temi del dono con scuole ed associazioni di volontariato.
Un forte impegno è stato riservato a strumenti come il sito web, la pagina facebook e la nuova pagina linkedin, informando e dialogando quasi in tempo reale con i pubblici di riferimento.
Il periodico “Un certo Sguardo”, con tre uscite annuali, è arrivato a casa di oltre 45.000 famiglie e con le sue storie ed i suoi approfondimenti ha cercato di raccontare con un linguaggio chiaro e semplice il tema del dono della vista e della ricerca. Anche il concorso fotografico “L’emozione di vedere” portato avanti per sensibilizzare sull’importanza della vista e giunto alla sua VI edizione, ha visto uno straordinario successo con la raccolta di oltre 300 foto. La solidarietà poi è stata toccata con mano in tante iniziative di raccolta fondi come ad esempio il progetto “Santalucia il vino che fa bene alla vista” giunto alla sua dodicesima edizione, la partecipazione di oltre centro runners solidali alla Venicemarathon”, la sostanziale conferma del numero delle scelte nella campagna 5x1000. Infine il 2021 ha visto Fondazione beneficiaria anche di alcuni lasciti testamentari segno ancora una volta della grande azione di dialogo con il territorio per rispondere ai tanti bisogni di salute.