Esprimere la volontà di donare, anche in Veneto si può fare con la Carta d'Identità
Esprimere la propria volontà sulla donazione non è un obbligo ma un diritto. E’ un obbligo delle istituzioni farla rispettare
COSA CAMBIA E COME FUNZIONA LA NUOVA DICHIARAZIONE DI VOLONTA' PRESSO LE ANAGRAFI DEL VENETO
Un principio base: il Sistema Sanitario Nazionale ti garantisce l’opportunità, non l’obbligo, di esprimere in vita la tua volontà a donare organi e tessuti. E una certezza: si può sempre cambiare idea, e nessuno verrà mai a chiederti il perché.
Due intenzioni, che da 10 mesi a questa parte in 21 Comuni del Veneto sono divenute concrete realtà ancor più alla portata dei cittadini, grazie ad una mobilitazione senza precedenti delle istituzioni e ad una semplice idea: dare a tutti la possibilità di esprimersi sulla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio o del rinnovo della propria Carta di Identità.
NEI PRIMI 10 MESI 2.000 ESPRESSIONI REGISTRATE.
E’ partita nel febbraio 2015 la “rivoluzione” veneta nel campo della sensibilizzazione alla donazione. All'epoca la Regione Veneto aveva riunito un tavolo di lavoro con la partecipazione di Coordinamento Regionale Trapianti, Centro Nazionale Trapianti, Aido, Anci, Federsanità, Direzione Generale Sanità e Direzione Comunicazione della stessa Regione, per stilare un piano di azione. Entro la fine del 2016 due obiettivi coraggiosi: la formazione a tappeto di tutti gli operatori delle anagrafi interessati in ciascuno dei 500 comuni del Veneto e la partenza di una campagna di comunicazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini. Un piano che, grazie ad un finanziamento regionale di 100 mila euro e all’entusiasmo dei primi comuni interessati, ha già ottenuto i primi risultati importanti. Da luglio 2015 ad aprile 2016 sono stati infatti 177 i comuni formati con il coinvolgimento di 380 operatori delle anagrafi, e 21 erano i comuni già attivi con i primi dati scritti nero su bianco e liberamente consultabili sul sito del Centro Nazionale Trapianti, alla voce “dichiarazioni di volontà”. Dati che fanno pensare: in circa un anno sono state già quasi 7.000 le dichiarazioni di volontà espresse di cui l'87% favorevoli, un numero altissimo se si pensa che la stessa possibilità offerta attraverso il canale delle Ulss locali ha raccolto in 15 anni solo 20 mila dichiarazioni. Un dato nemmeno confrontabile con l’azione capillare e meritoria delle associazioni e in particolare dell’Aido, che nello stesso periodo di firme ne ha raccolte 200 mila e che ad oggi è stato, insieme agli operatori sul campo della Rete Donazione e Trapianto, il vero motore della sensibilizzazione verso la donazione di organi, tessuti e cellule.
MA E’ OBBLIGATORIO ESPRIMERSI?
“Innanzitutto è bene sottolineare che esprimere la propria volontà in merito alla donazione non è un obbligo del cittadino ma un diritto. E’ invece un obbligo delle istituzioni farla rispettare” sintetizza il Coordinatore del Centro Regionale Trapianti del Veneto, Giuseppe Feltrin. E’ questo infatti il principio ribadito più volte nel sistema legislativo italiano e ripreso anche nella Legge 98/2013, da cui parte la campagna nazionale per il coinvolgimento delle Anagrafi.
DOVE VA LA MIA FIRMA? ECCO COME FUNZIONA IL SISTEMA.
Ma in che modo una firma lasciata all’anagrafe farà fede, al momento di una possibile donazione? Il vero strumento alla base della “svolta” è il S.I.T., cioè il Sistema Informativo Trapianti, un registro informatico nazionale situato presso il Centro Nazionale Trapianti, consultabile “h 24” dagli operatori autorizzati dei Centri Regionali Trapianti dopo la comunicazione del decesso ai familiari di un possibile donatore. E’ qui che vengono registrate le dichiarazioni di volontà sia favorevoli che contrarie, ovvero quelle depositate presso le Ulss, quelle espresse tramite le tessere Aido e quelle rese alle Anagrafi aderenti, che in questo periodo si stanno attrezzando per creare il collegamento informatico tra le reti comunali e quella dei trapianti e per formare il proprio personale. Saranno infatti gli stessi dipendenti comunali, con pochi click, ad aggiornare il registro quando un cittadino maggiorenne esprimerà di fronte a loro la propria volontà, al momento del rilascio/rinnovo della propria carta d’identità. I cittadini potranno scegliere se dare o non dare la loro indicazione in merito alla donazione, e se sì potranno scegliere se dichiararsi favorevoli o contrari, riservandosi poi il diritto di cambiare opinione.
E SE CAMBIO IDEA?
La dichiarazione di volontà non ha una “scadenza” ma è sempre ed in qualsiasi momento modificabile da favorevole in contraria e viceversa. E’ possibile dunque cambiare idea, l’importante è che il cambio avvenga con un atto di uguale valore formale. Di fronte a più atti validi, cioè ad atti scritti riportanti il nome, la data e la firma del cittadino, la legge indica che sarà sempre considerato come valido l’ultimo disponibile in ordine temporale.
E SE NON MI ESPRIMO? IL RUOLO DELLA FAMIGLIA.
Se una persona non ha invece espresso la propria volontà in vita sulla donazione, si procede con la richiesta agli aventi diritto, cioè ai familiari. Sebbene la donazione sia molto spesso fonte di conforto per una famiglia in cui viene a mancare una persona cara, è anche vero che poter contare su una dichiarazione di volontà già chiaramente espressa in vita rende le cose più semplici e serene per i familiari, che sono certi di rispettare le volontà del proprio caro, e alleggerisce il peso di una domanda che puntualmente arriva in un momento difficile e delicato. Resta comunque l’impegno della Rete trapianti a garantire una partecipazione più serena possibile della famiglia di fronte alla donazione di organi o tessuti di un proprio caro.
Oggi dunque si apre in Veneto e in tutta Italia una grande possibilità, quella di rendere più semplice e sicura la strada del dono, che in molti casi è ancora l’unica percorribile per dare una speranza a migliaia di pazienti in attesa di trapianto.