Quella telefonata, le mie lacrime di gioia. La donazione ha trasformato il dolore, così è nata l'Associazione Alessandro Bolis
di Marta Liliana Boresi
Se dico dono…penso ad un regalo fatto con amore.
Ed è così che immagino le cornee donate da Alessandro, il mio compagno di vita, il padre di mio figlio.
Alessandro è mancato all’età di 43 anni per un tumore al pancreas. Era un giovane e appassionato sindaco. Molto impegnato sul territorio nei temi sanitari e sociali. Era presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss6 Euganea. Era un grande sostenitore della cultura del dono. “La donazione degli organi rappresenta un atto di grande civiltà e di rispetto per la vita, un gesto che può contribuire ad accendere la speranza in un’altra vita”. Queste le parole usate da Alessandro per descrivere cos’era per lui la donazione.
Ricordo molto bene le campagne di sensibilizzazione che portò avanti sulla donazione nel suo comune, Carmignano di Brenta. Ricordo che quando si recò presso l’anagrafe per rifare la carta d’identità e dare il suo consenso alla donazione degli organi, pensai che faceva bene a farlo, ma che comunque avremmo avuto tempo per affrontare quella scelta. Eravamo giovani, avevamo da poco avuto un bambino. Ci sentivamo invincibili e con tanto tanto tempo davanti a noi.
Qualche anno dopo Alessandro si è ammalato. Sono iniziate le chemio e i nostri pensieri si sono incentrati su altro. Non pensavo che il suo fisico, stremato dalle chemio e dalla malattia, potesse donare.
Quel sabato 20 febbraio del 2021, mentre stavamo organizzando il suo funerale, mi arrivò una telefonata. “Buongiorno signora, Alessandro aveva acconsentito alla donazione. Volevamo comunicarle che può donare le cornee e i bulbi oculari”. Sono scoppiata a piangere di gioia. Sembrerà stupido, ma ero felice. Ero felice che avesse potuto fare un’ultima cosa in cui credeva molto, donare una parte di sé a chi ne aveva bisogno. Ero felice che qualcosa di lui potesse rendere felice qualcuno permettendogli di vedere. Ed è stata una gioia quando ho ricevuto la lettera della Fondazione che mi comunicava che le sue cornee erano state utilizzate.
In quel momento ho ripensato a quando lui aveva dato il suo consenso alla donazione e a quanto io avessi considerato all’epoca prematura la sua scelta. Ma aveva avuto ragione lui a farlo subito senza rimandare quella scelta.
Perdere la persona che ami è straziante ed è una cosa che non puoi scegliere. La subisci e basta. Ma puoi scegliere come reagire a questo dolore. Io ho scelto di trasformarlo in qualcosa di buono, di positivo. Ho scelto di trasformare la nostra terribile esperienza in qualcosa che possa essere di aiuto agli altri.
Tra le tante cose che Alessandro mi ha lasciato come insegnamento c’è una maggiore consapevolezza verso la donazione.
Con questo spirito, a maggio 2021, abbiamo fondato l’associazione Alessandro Bolis. Un’associazione nata per ricordare Alessandro, ma soprattutto per dare continuità al suo impegno. Collaborando con le associazioni del territorio che supportano i malati oncologici e le loro famiglie. Impegnandoci a trovare delle strade per promuovere la cultura della donazione, creando momenti di sensibilizzazione con le tante realtà che si occupano di questi temi.
Sono fermamente convinta che bisogna imparare a trovare un linguaggio che sia universale, una sorta di esperanto della sanità, per riuscire a raccontare a tutte le generazioni quanto bene si può fare attraverso il dono. Iniziando con i più piccoli, perché crescere con una cultura del dono crea dei donatori convinti.
Un primo piccolo passo lo abbiamo fatto il 12 e il 13 marzo a San Pietro in Gu’ durante il primo memorial Alessandro Bolis. Nata come una semplice gara ciclistica, questo evento si è trasformato in un momento di confronto e di condivisione tra varie realtà che si occupano di donazione. E’ stato emozionante vedere l’affetto che ruota ancora oggi attorno ad Alessandro. E’ stata una grande soddisfazione riuscire a creare un forte momento di sensibilizzazione verso il dono. Un evento che ci impegneremo a portare avanti anche l’anno prossimo rendendo sempre più forte l’attenzione verso chi dona.