IL MIO NON-BILANCIO... E LA STAGIONE DELLE PROSPETTIVE
di Diego Ponzin, Direttore Sanitario
(da Un certo sguardo, n.3 Dicembre 2021)
Ciò che più mi sorprende...
...ogni volta che mi fermo a fare il bilancio annuale di una qualche attività, è scoprire che è passato un anno. Davvero. Un anno!
Come è potuta succedere una cosa del genere? Sembra ieri, ho fatto il bilancio annuale dell’anno precedente, contento di essermi liberato e occuparmi d’altro, e invece… olé, è andato anche questo. Si ha un bel pensare al tempo che non esiste, al dai che è un’esperienza soggettiva, alla meccanica quantistica, al tutto è niente, alla metafisica. Non c’è niente da fare: è tempo di fare un bilancio annuale perché è passato un anno. Punto.
Perché ho maturato questo fastidio nei confronti dei bilanci? Avverto questo problema da un paio d’anni, e non credo che abbia a che fare con la mia anagrafe, che comunque segue il tempo e gli eventi. La risposta è semplice: fare i bilanci obbliga a pensare a quello che abbiamo già fatto, a chiudere il conto con avvenimenti già successi, di cui possiamo solo modificare la memoria. E tutti i fatti di questi ultimi due anni portano sempre lì, allo stesso argomento, la parola magica con cui apriamo le nostre giornate, e qualche volta le chiudiamo: coronavirus.
I fantastici lettori capiranno lo sfogo, e credo che i più saranno d’accordo con me: siamo un po’ stanchini di questa situazione, che da due anni ci mette alla prova, nella vita personale, sociale, professionale, e mi perdoneranno, se non indugerò ad analizzare il passato, e a scrivere che nel triennio 2019-2021 il Veneto non è mai sceso sotto le 5000 (cinquemila!) donazioni di cornea all’anno, che nel 2020 eravamo scesi del 10% rispetto al 2019, ma nel 2021 siamo risaliti del 7%, riportandoci ai livelli pre-pandemia. I lettori saranno benevolenti se non dirò che, sul fronte trapianti, siamo sempre rimasti sopra i tremila interventi all’anno, con un 2020 che ha segnato una diminuzione del 4% (tutto sommato contenuta, visto l’impatto della pandemia), e che il 2021 si chiuderà con un +14% (quasi 3500 interventi di trapianto di cornea, più della metà di quelli fatti in tutta Italia!).
Un anno passato in un baleno. In genere il tempo passa velocemente quando ci si diverte, ma a questo punto rischio di essere contraddittorio, e preferisco chiudere la riflessione sul passato, dichiarare chiuso il tempo del bilancio, e anche il bilancio del tempo.
Come guardare al futuro? In altre parole, come se ne esce? Mah, per quel che mi riguarda, ne usciamo guardando avanti e creando delle prospettive!
E in che direzione dobbiamo guardare? E come si creano le prospettive? Offro la seguente ricetta, per un 2022 migliore: mescolare in parti uguali buone intenzioni e ottime idee, e con questa pozione magica, alimentare la ricerca. Fallace, come tutte le attività umane, che può talvolta contraddirsi, perché il percorso verso la verità non è mai lineare, ma la più bella delle attività umane, la più intelligente, la sola che ci consentirà di migliorare la salute delle persone e il benessere sociale.
I numeri che non ho commentato, nel corso di questo non-bilancio, sono merito dei donatori, delle loro famiglie, degli operatori sanitari, della rete trapianti, e di tanti colleghi. Li ringrazio, sinceramente, e auguro a tutti salute e gioia. Dichiaro chiusa la stagione dei bilanci, e apro quella delle prospettive.