L'EDITORIALE
LA FORZA DEL DONO E IL NOSTRO ESSERE COMUNITA'
di Giuseppe Di Falco, Presidente
Mentre terminiamo di lavorare a questo numero di Un certo sguardo, torniamo ad ascoltare numeri e notizie ricorrenti che speravamo di aver allontanato. Osserviamo intorno a noi molta voglia di reagire e tornare alla giusta serenità, ma complice il rialzo dei contagi notiamo due effetti che pesano ancora molto su di noi.
Il primo, subito osservabile da una struttura come Fondazione Banca degli Occhi del Veneto agganciata fermamente alla rete sanitaria, è la progressiva tensione a cui torna ad essere sottoposto il Sistema sanitario. Nervosismo, sovraccarico dei reparti, aumento dei carichi di lavoro, sono gli effetti del ritorno del Covid in particolare in rianimazione e terapia intensiva, aree che corrispondono in parte anche ai settori ospedalieri più coinvolti nel processo di donazione e trapianto.
L’altro effetto che ci coinvolge da vicino, è dato dalle molteplici fratture che vediamo affiorare nelle nostre comunità. Tra noi c’è chi è stato colpito dal Covid, e chi no. Chi ha avuto conseguenze pesanti, e chi no. Chi ha avuto paura, e chi no. Chi ha avuto ripercussioni economiche gravi, e chi no. Chi teme il vaccino, e chi no. Tutti siamo però, in certa parte, confusi e incerti, e soprattutto stanchi di tornare a preoccuparci per un’emergenza che avremmo voluto vedere finita.
In questo contesto, il sì alla proposta di donazione di organi e tessuti che abbiamo visto tornare a crescere quest’anno ci riporta decisamente in un’altra dimensione. Cosa vuol dire scegliere la donazione, se non ribadire che in fondo la nostra salute e la nostra stessa vita dipendono e restano intrecciate a quella degli altri? Ci piace pensare che, pur nel rispetto delle scelte individuali, la donazione continui ad essere anche un richiamo ai valori fondamentali di coesione e di comunità, una risposta positiva al principio di reciprocità. Infondo possiamo affermare che sì, un gesto gratuito ed anonimo come il dono può ancora restituirci qualcosa di ciò che la vita ci toglie. Un po’ di quell’umanità e quel calore che un periodo così difficile pare volerci strappare.
Consapevoli di questo, desideriamo rivolgere il nostro più sentito grazie a tutte le persone, famiglie, medici, infermieri e operatori sanitari, istituzioni e sostenitori che anche in quest’anno complicato sono stati al nostro fianco nel portare avanti la cura e la ricerca sulle malattie oculari.
E rivolgiamo a tutti il migliore augurio per queste festività e per l’anno che verrà, augurandoci che il nostro senso di comunità possa vincere su quanto attualmente ci divide. Infondo, la forza del dono è quello che ci unisce.