L'EDITORIALE
FOTO DI COPERTINA
di Lorenzo Bosio, Ricercatore
Immunofluorescenze di cellule dell'endotelio corneale
DONO E RICERCA: I FONDAMENTI DELLA MEDICINA RIGENERATIVA
Diego Ponzin, Direttore Sanitario
Giuseppe Di Falco, Presidente
Il corpo umano è costituito da una decina fra sistemi (nervoso, immunitario…) e apparati (respiratorio, circolatorio…), i cui organi (una ottantina!) contengono quattro tipi fondamentali di tessuti (epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso), la cui fine struttura è mantenuta da centomila miliardi (100.000.000.000.000!) di cellule, specializzate per compiere almeno duecento compiti (il lavoro delle cellule del cuore, o del tessuto adiposo, per esempio, è intuitivamente diverso da quello delle cellule del cervello, o delle ghiandole).
Questa incredibile, affascinante complessità, che in modo coordinato garantisce l’esistenza di un essere umano unico, fa riflettere su quanto sia stato ardito e pionieristico il programma della medicina rigenerativa che, a partire dal ventesimo secolo, ha previsto l’utilizzo di organi, tessuti e cellule per ripristinare o migliorare le funzioni dell’organismo intaccate dal tempo e dalle malattie.
Un dettaglio non trascurabile: i farmaci della medicina rigenerativa non si sintetizzano in un laboratorio chimico, e gli ingredienti per prepararli non si comprano sul mercato. Gli organi, i tessuti e le cellule utilizzati per i trapianti hanno una base di derivazione comune, il dono, un atto di volontà espresso in vita da un donatore deceduto, testimoniato da famiglie, attuato talvolta da un donatore vivente, o dal paziente stesso, che mette a disposizione le cellule o i tessuti che lo cureranno, nell’ambito di una terapia personalizzata, che non si attua con un farmaco uguale per tutti. Con questi presupposti etici, è chiaro che le donazioni, basate su principi di gratuità e solidarietà, rendono la medicina rigenerativa un programma atipico, specialmente se lo si valuta in termini di economia sanitaria.
Trapianti di organi, tessuti, cellule: programmi diversi sotto molti aspetti. Gli organi salvano la vita, o la prolungano, i tessuti la migliorano, le cellule… è presto per dirlo. In ogni caso c’è un aspetto che differenzia il mondo di cellule e tessuti da quello degli organi: la possibilità di conservazione, che permette di valutare accuratamente, e di manipolare, sia le cellule che i tessuti. Per questo sono nate le banche (degli occhi, dei tessuti), e le cell factory, laboratori altamente specializzati che hanno una duplice missione: realizzare le cure già disponibili, e migliorarle attraverso la ricerca, un’attività imprescindibile, sia per il mondo dei tessuti che delle cellule.
Il mondo dei tessuti, grazie alla ricerca, ha fatto passi da gigante in tema di personalizzazione della terapia, di percentuale di successo e durata del risultato. Il trapianto di cornea, per esempio, in questi ultimi vent’anni è cambiato completamente, ed in meglio, e questo grazie alla ricerca dei chirurghi e delle banche degli occhi.
Il mondo della terapia cellulare ha ancora molta strada da fare, perché le cellule capaci di durare per sempre, le staminali, hanno una collocazione terapeutica solo in pochi campi di nicchia. Siamo ancora lontani dall’avere a disposizione la cellula tuttofare, capace di ricostruire qualsiasi tessuto e proveniente da una unica sorgente sicura, che di fatto ancora non è stata individuata. Questo sarà forse il farmaco definitivo per molte malattie degenerative, preparato in grandi laboratori e venduto da aziende importanti. Oggi, invece, la terapia cellulare è legata al mondo dei laboratori di ricerca, dei centri ospedalieri, delle banche degli occhi e dei tessuti, nei quali si isolano e studiano le cellule che ci cureranno in futuro. Siamo ancora nella terra di mezzo, nella quale non possiamo prescindere dal dono, con gli obblighi etici che questo comporta, e dobbiamo incoraggiare la ricerca, che ci mostrerà con quali tessuti, e soprattutto con quali cellule, potremo curarci nel prossimo futuro.