BRUCIORE, PRURITO, OCCHI ROSSI: COSA FA IRRITARE GLI OCCHI IN QUESTO PERIODO?
COVID 19 E SALUTE DEGLI OCCHI: DOMANDE E RISPOSTE
Avvertire bruciore agli occhi, notare un occhio rosso, avvertire prurito, temere la possibilità di congiuntivite allergica, virale o batterica:
- quali consigli per la salute della nostra vista in questo periodo?
- COVID 19, quali precauzioni servono davvero per proteggere gli occhi?
La congiuntivite da Covid si risolve spontaneamente. Più gravi possono essere i danni indiretti associati ad un lungo ricovero in terapia intensiva, durante il quale i riflessi muscolari, compreso l’ammiccamento, sono ridotti o assenti.
La mascherina? Può irritare, ma basta una piccola pausa per contrastarne il fastidio.
I consigli dell’oculista Diego Ponzin.
IL VIRUS SARS-CoV-2 PROVOCA DANNI AGLI OCCHI?
Almeno l’80 per cento dei pazienti che hanno registrato l’infezione sintomatica hanno manifestato disturbi oculari e una congiuntivite aspecifica è presente fino ad una percentuale che raggiunge il 30% dei pazienti. Questo dato non ci deve però sorprendere né allarmare, perché è quanto accade in tutte le infezioni virali sistemiche, in particolare con sintomatologia influenzale. Nella maggior parte dei casi, si tratta di congiuntiviti che passano senza lasciare danni, e che non richiedono l’applicazione di alcun farmaco.
Molto più gravi, se trascurate, sono le conseguenze indirette dell’infezione che sfocia in polmonite con necessità di assistenza respiratoria meccanica. I pazienti sottoposti a questo trattamento presentano infatti complicanze oculari frequenti. In questi casi la muscolatura viene paralizzata o ridotta, la perdita dell’ammiccamento può provocare quindi cheratopatia e congiuntivite da esposizione che mette la vista a rischio di complicanze infettive. I danni oculari sono dunque parte delle complesse conseguenze imposte al paziente e al sistema sanitario da un ricovero in terapia intensiva.
SI E' PARLATO MOLTO DELLA PRESENZA DEL VIRUS NELLE LACRIME. DOBBIAMO CONSIDERARLO UN FATTORE DI RISCHIO?
Quando si presenta non solo nelle vie aeree superficiali ma attraverso un’infezione generalizzata, quella che mette l'ospite a rischio di polmonite e complicanze sistemiche, il virus SARS-CoV-2 può raggiungere ogni tessuto e ogni fluido corporeo, quindi anche le lacrime.
La congiuntiva e le mucose oculari si trovano inoltre ad essere esposte e potenzialmente a contatto con aerosol e goccioline, che sappiamo essere i maggiori responsabili della trasmissione del virus. Le mucose oculari, possedendo i recettori del virus proprio come le mucose delle vie aeree, potrebbero rappresentare una via di ingresso.
Dobbiamo quindi fare attenzione, ma le normali precauzioni e norme igieniche già consigliate sono più che sufficienti.
L’uso delle mascherine resta assolutamente raccomandato, perché ogni rischio è minimo in confronto al danno che si avrebbe non usandole.
Detto questo, l’uso delle protezioni può irritare gli occhi perché altera il fisiologico meccanismo di scambio di vapore e gas tra l’ambiente e la superficie oculare. In particolare l’uso della mascherina facilita la permanenza delle sostanze espirate a contatto con la superficie oculare. Questo accade specialmente nelle persone con occhiali, le cui lenti fanno da barriera ulteriore trattenendo queste sostanze di fronte alla superficie oculare.
Quando buttiamo fuori l’aria, espiriamo principalmente anidride carbonica, un gas molto solubile che si scioglie anche nelle lacrime, e può quindi contribuire a creare irritazione e stanchezza.
A questo si può ovviare facendo delle pause, restando magari 10 minuti all’aria aperta ogni due ore, e confrontandosi con un oculista sulla base dei sintomi.
Se una persona soffre già di occhio secco, oppure se ha occhiali sbagliati e si stanca davanti al computer, si può agire imponendosi pause di riposo, potenziando la lacrima o adottando farmaci per alleviare i sintomi, in accordo con lo specialista.
LA PAURA DEL VIRUS E DI INTASARE LE STRUTTURE SANITARIE, PUO' FARCI DIMENTICARE L'IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE. QUALI CONTROLLI NON SI DEVONO TRASCURARE?
Sicuramente non si devono saltare i controlli periodici stabiliti quando si è affetti da una malattia cronica, come il glaucoma o la maculopatia. E’ opportuno fare di tutto per conservarne la corretta tempistica, per prevenire quando possibile i danni gravi.
Occorre non rinunciare a consultare un medico, inoltre, in tutte le altre situazioni di emergenza:
- diminuzione o perdita improvvisa della capacità visiva in uno o in due occhi,
- alterazione improvvisa del campo visivo (non in presenza di fastidio ma di vero e proprio dolore oculare non attribuibile a cause note),
- in presenza di rossore importante con secrezione, oppure di vista doppia.
In queste situazioni è meglio cercare in ogni modo di consultare un oculista.
DIDATTICA A DISTANZA, SMARTWORKING, SMARTPHONE E PC. QUALI PRECAUZIONI DOBBIAMO TENERE PER TUTELARE I NOSTRI OCCHI E LA NOSTRA VISTA?
Anche in questo periodo valgono le precauzioni di sempre, considerando che l’uso continuato della mascherina è un dispositivo affaticante.
Nei periodi di prolungata esposizione a schermi di varia natura, occorre seguire alcune semplici regole:
- effettuare almeno una pausa di 15 minuti ogni due ore di lavoro al video, oppure una pausa di cinque minuti ogni tre quarti d’ora;
- posizionare il monitor del computer a 50/80 centimetri dal viso;
- assicurare una buona illuminazione negli ambienti;
- utilizzare lacrime artificiali prescritte dall’oculista in caso di secchezza oculare.
Dovendo scegliere tra smartphone o portatile per lavorare al monitor, sappiamo che lo schermo più piccolo è più affaticante, ma che ancor più è importante osservare la distanza tra l’occhio e il video. Più gli schermi sono piccoli e più si tende a diminuire la distanza di lettura, l’educazione posturale è dunque importante, insieme alla scelta di occhiali e lenti adeguate.