4.300 KM IN BICI DA TORINO A CAPO NORD IN 19 GIORNI: L’IMPRESA DI LUCA PER RICORDARE IL DONO DI ANNA
Un'avventura estrema e il suo "diario social". Così il vicentino Luca Occhialini ha corso fino al Polo sostenendo il Centro Diagnosi di Fondazione Banca degli Occhi
VICENZA – L’aveva promesso. Ci sarebbe arrivato, ad ogni costo. Avrebbe corso per sostenere il Centro Diagnosi di Fondazione e ancor di più per portare fino ai confini del mondo il suo messaggio sull’importanza del dono, nel cuore l’ultimo gesto di mamma Anna. Pedalando anche 300 chilometri al giorno se necessario. E così è stato. In 19 giorni Luca Occhialini, 42 anni di Vicenza, è partito da Torino ed ha attraversato il Passo del Gran San Bernardo (2473 mt s.l.m.), i laghi svizzeri e la dorsale del fiume Reno a cavallo tra Francia e Germania, passando poi per Strasburgo e proseguendo per l’Olanda, la Danimarca e il Mare del Nord, fino a raggiungere il punto più vicino al Polo. Partito il 27 luglio, dopo un percorso durissimo compiuto in solitaria tra le fila della competizione “NorthCape 4000”, la sera del 14 agosto è arrivato a Capo Nord, sollevando la sua bicicletta in segno di vittoria in un gesto che ha commosso quanti lo seguivano da casa attraverso il web.
Una pedalata lunga 4580 chilometri, i ripari notturni in tenda o in luoghi di fortuna, senza alcun supporto dall’esterno. L’obiettivo, per Luca, era chiaro fin dall’inizio: “Voglio portare con me, in questo incredibile viaggio attraverso 11 Paesi e un Continente, un piccolo messaggio di forza e speranza, lo stesso che mia Madre mi ha lasciato prima di andarsene l’1 Novembre 2018 dopo una lunga e sofferente malattia – scriveva Luca nella pagina di raccolta fondi sul sito Rete del Dono, dedicata al suo progetto - l’ultimo nobile gesto della mia Mamma Anna fu la volontà di donare le cornee alla Fondazione Banca degli Occhi destinandole al trapianto e alla ricerca, ed ancora una volta Mamma riuscì a fare del bene, com’era nella Sua natura. Oggi qualcuno vede grazie a Lei”.
Migliaia di utenti, attraverso i social in particolare Facebook, hanno seguito giorno per giorno questo incredibile percorso, fatto di paesaggi mozzafiato, condizioni metereologiche spesso avverse, gesti di solidarietà e qualche incontro imprevisto con renne, alci e la tipica fauna scandinava. Le donazioni raccolte da Luca hanno sostenuto il Centro Diagnosi di Fondazione e l’attività al servizio dei pazienti con gravi malattie oculari: “Vorrei ringraziare ognuno di Voi per le donazioni fatte per questa causa che tanto mi sta a cuore e per i messaggi che mi hanno fatto superare i momenti estremamente difficili” ha detto Luca al ritorno. “Ho capito che l’unione e la volontà di fare del bene fanno la forza, quella vera, rendendo le imprese quasi impossibili esperienze che ti cambieranno nel di dentro... per sempre. Quindi se in chiave sportiva, al miglioramento non esiste limite, anche nel fare del bene o aiutare il prossimo anche solo con un piccolo gesto non può esistere nessun limite. Ma dipende solo da noi”.