DAL CONGRESSO SICSSO 2018 UN PREMIO A GIANNI SALVALAIO, PER ANNI AL FIANCO DEI REPARTI DI OCULISTICA E DEI CHIRURGHI OFTALMOLOGI
Un riconoscimento a chi per anni è stato al fianco dei chirurghi oftalmologi, degli strumentisti, dei reparti di oculistica, come riferimento per l'eye banking e in particolare ha prestato conoscenze ed esperienza presso la Società Italiana Cellule Staminali e Superficie Oculare (SICSSO). Per questo, lo scorso giugno durante il suo diciassettesimo Congresso a Paestum, la SICSSO ha scelto di conferire ufficialmente una targa di ringraziamento a Gianni Salvalaio, storico tecnico del Laboratorio di Eye Banking di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus.
SICSSO, che riunisce numerosi esperti del settore a livello nazionale e ha come scopo quello di approfondire la ricerca e le tematiche legate al trapianto di cornea e alle patologie della superficie oculare, ha riconosciuto l'impegno di Gianni Salvalaio in particolare nell'approfondimento delle nuove tecniche di trapianto come le procedure Dmek e Dsaek, nel quale ha affiancato in particolare negli ultimi anni numerosi colleghi, strumentisti e chirurghi nell'ambito di una serie di Wet Lab.
Gianni Salvalaio ha visto nascere la realtà della Banca degli Occhi proprio insieme al suo fondatore, il prof. Giovanni Rama, nel cui reparto era infermiere. Gianni divenne poi il primo tecnico di laboratorio di Fondazione Banca degli Occhi oggi, dopo gli ultimi 30 anni passati a selezionare i tessuti oculari e a partecipare ampiamente al lavoro di innovazione e ricerca, è andato in pensione. Testimone dell’evoluzione che da allora la Fondazione ha vissuto rivoluzionando completamente le sue metodologie anche nelle tecniche dell'attività di eye banking: “In realtà è stato molto di più. La presenza di Gianni Salvalaio in banca degli occhi è stata una delle intuizioni geniali di Giovanni Rama” afferma anche il Direttore di Fondazione Banca degli Occhi Diego Ponzin, “Gianni ha portato in un laboratorio di biologi l’esperienza dell’infermiere, vicino ai pazienti, e la competenza dello strumentista di sala operatoria, che conosce le esigenze dei chirurghi. Questi due aspetti, assieme ad un innato talento per l’innovazione, ha consentito a Fondazione di parlare una lingua unica, e di sviluppare le competenze originali che le hanno permesso di raggiungere posizioni di vertice nel proprio settore”.