Bastano 15-20 giorni per ricostruire in laboratorio un epitelio corneale - ovvero lo strato più superficiale della cornea - fornendo così la possibilità di rigenerare il tessuto danneggiato.
Ecco cosa avviene nei laboratori di Fondazione Banca degli Occhi.
Il processo di coltura ha inizio con l'arrivo di una piccola porzione di tessuto oculare (biopsia) che il chirurgo ha prelevato dall'occhio sano del paziente. La biopsia, di circa 1 millimetro quadrato, contiene cellule di vario tipo: cellule corneali, cellule congiuntivali, cellule del sangue e solo il 3 o il 4 % di cellule staminali limbari. Viene poi consegnata nelle mani dei ricercatori, che hanno il compito di isolare le cellule staminali, farle crescere in coltura e ricavarne un numero sufficiente per poi poterle impiantare nell'occhio malato.
Le cellule vengono coltivate in un apposito liquido di coltura, che contiene i nutrienti necessari al loro fabbisogno (siero, vitamine, ormoni amminoacidi). Durante la crescita le cellule vengono tenute all'interno di un incubatore, alla temperatura di 37 gradi, in presenza di anidride carbonica.
Nel giro di due ore, le cellule, isolate dalla biopsia, aderiscono al fondo del contenitore per poi cominciare a crescere e moltiplicarsi fino ad occupare tutta la superficie disponibile.
Al termine della prima settimana, la coltura ha compiuto il primo importate passo, ha raggiunto cioè lo stadio di confluenza: le cellule hanno conquistato l'intera superficie della piastra di coltura, passando dal numero iniziale di circa 10.000 ad un numero compreso tra 280.000 e 360.000.
E' questo il momento dei primi Controlli di Qualità. Una parte delle cellule (circa 70 mila) vengono sottratte e utilizzate per allestire i test citologici.
La coltura viene trasferita su un supporto naturale, la fibrina, che ha una forma circolare e rappresenta il "mezzo di trasporto" che la porterà sull'occhio del paziente.
Sulla fibrina le cellule cresceranno fino a raggiungere un nuovo stadio di confluenza, formando così un "lembo di epitelio corneale".
Raggiunto lo stadio voluto, per la seconda volta parte delle cellule coltivate prende la via dei controlli. Verranno effettuati: controlli virologici, per identificare la presenza di possibili virus dovuti al paziente stesso, all'ambiente o alle manipolazioni dei ricercatori; controlli microbiologici (micoplasma ed endotossine), che verificano la presenza di batteri; e controlli citologici, che misurano la purezza e l'impurezza della coltura (presenza di altre cellule che potrebbero causare problemi immunologici).
Al termine del processo, la coltura è pronta per essere innestata. Il lembo corneale viene trasferito all'interno di un apposito contenitore sterile, immerso in un liquido di trasporto e confezionato per la spedizione. A questo punto, il lavoro dei ricercatori è concluso. Il lembo viene consegnato entro 24 ore al massimo al chirurgo, che in sala operatoria lo applica sull'occhio del paziente, chepertre giorni rimarrà bendato.
A questo punto lo strato di fibrina si riassorbirà naturalmente, le cellule staminali aderiranno all'occhio e parte di loro troverà la giusta collocazione nel limbus, dal quale ripartirà il normale processo di rigenerazione del tessuto corneale. Al termine del processo, il paziente potrà tornare a vedere grazie alla presenza di un nuovo epitelio corneale, rigenerato grazie alle sue stesse cellule staminali.
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